Recensione del cortometraggio: Siren (2017) di Nobuyuki Miyake
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Recensione del cortometraggio: Siren (2017) di Nobuyuki Miyake

Aug 29, 2023

Il razzismo ha molti volti, ma due delle sue radici sono sicuramente l’idea sbagliata e la paura dell’ignoto. Nobuyuki Miyake dirige un cortometraggio di 17 minuti che mette in risalto proprio questo fatto.

Iniziando con un ritmo frenetico e costanti flashback intervallati da ciò che sta accadendo nel presente, “Siren” si sviluppa come un thriller, mentre osserviamo un uomo mediorientale, Abbas, irrompere nell'appartamento di un uomo anziano, lottando con lui mentre trasporta un coltello e alla fine raccogliendolo. Le scene sembrano un tentativo di omicidio, e le immagini, la musica del violino, i suoni delle sirene e la tensione che ne deriva si aggiungono a questo senso. Come mostrano i flashback, però, questo è un caso completamente diverso, che riguarda le false supposizioni di un vecchio, che vengono intensificate dall'ostacolo linguistico, poiché i due protagonisti non parlano la lingua dell'altro, e la successiva rottura di queste con un l'uomo emerge come veramente di buon cuore.

Sia il commento sul razzismo e la xenofobia sia il messaggio relativo all'incontro delle persone sono qui comunicati abbastanza bene. Tuttavia, Miyake si spinge un po' troppo oltre, sia nel "trucco" di impugnare il coltello, sia nelle ragioni dietro di esso e nel finale vero e proprio, che essenzialmente presenta una versione irrealistica e romanticizzata del fenomeno.

A parte questo problema, tuttavia, il cortometraggio prospera nella sua presentazione visiva, in particolare nella parte "thriller", con la fotografia di Toshiharu Yaegashi, in particolare per quanto riguarda le tinte verdi che dominano lo schermo, il montaggio e la musica che risultano in una serie di scene piuttosto sequenze dolorose, che sembrano spostarsi in territori di sfruttamento. Il finale, invece, è piuttosto tiepido, e decisamente su un livello inferiore rispetto alle scene iniziali del film.

Il defunto Masahiko Tsugawa interpreta con gusto il vecchio scontroso, razzista e spaventato, portando essenzialmente il film dal punto di vista della recitazione, in quello che sembra essere l'ultimo ruolo della sua vita (è morto nel 2018).

Nobuyuki Miyake voleva mandare un messaggio contro il razzismo, ma la verità è che, considerando la qualità dell'inizio, il corto funzionerebbe molto meglio come thriller, dato che la prima parte è essenzialmente quella che ritiene il film degno di essere guardato.

Mi chiamo Panos Kotzathanasis e sono greco. Essendo un fan del cinema asiatico e in particolare del kung fu cinese e dei film sui samurai giapponesi fin da quando ero bambino, ho coltivato quell'amore durante la mia adolescenza, per estenderlo a tutto il sud-est asiatico.

Partendo dal mio blog in greco, sono poi passato a scrivere per alcune delle principali pubblicazioni greche e per numerosi siti web che si occupano di cinema (asiatico), come Taste of Cinema, Hancinema, EasternKicks, Chinese Policy Institute, e, naturalmente, Asian Movie Pulse. a cui continuo tuttora a contribuire.

All'inizio del 2017, ho lanciato il mio sito web, Asian Film Vault, che ho fuso nel 2018 con Asian Movie Pulse, creando il sito web più completo sull'industria cinematografica asiatica, poiché tratta quasi tutti i paesi dell'Asia orientale e meridionale, e sicuramente tutti i generi.

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“Siren” è in proiezione al Taiwan Film Festival di Edimburgo